Li chiamano “illusionisti cognitivi”, ma il trucco non è quello che immagini.
Parliamo degli studenti. Non stanno barando — stanno imparando a pensare in modo diverso.
Oggi, quasi il 90% degli universitari ha utilizzato strumenti di AI generativa per affrontare esami o compiti, mentre solo il 31% dei docenti si sente in grado di riconoscere ciò che è stato generato da una macchina. Ma la vera magia non sta nel copia-incolla: è nella capacità di trasformare l’AI in uno strumento di esplorazione, dialogo e apprendimento profondo.
In questa puntata di Scenari, partiamo da un’analisi di Anthropic – creatrice del modello Claude – che ha studiato come gli studenti stiano usando davvero l’intelligenza artificiale. Incrociamo i dati con gli studi di Stanford e del MIT Teaching Systems Lab, per raccontare come l’AI stia silenziosamente riscrivendo il modo in cui apprendiamo.
Il risultato è un nuovo profilo dello studente contemporaneo: meno passivo, più strategico; meno vincolato al “sapere cosa”, e molto più orientato al “sapere come”. Gli studenti si allenano con l’AI come con un compagno di ragionamento: chiedono di spiegare, di sfidare, di simulare. Costruiscono mappe concettuali, creano dibattiti fittizi, si allenano a pensare. E nel farlo, cambiano l’equilibrio tra studio e insegnamento.
Ma se gli studenti si muovono veloci, docenti e famiglie rischiano di restare indietro. Come si colma questo divario? Come si costruisce un nuovo patto formativo nell’era dell’AI?
Ne parliamo in questo episodio…